In ricordo del Papa
Carissimi tutti,
la notizia della morte di papa Francesco ha colpito tutti noi al punto tale che l’incredulità è sembrata prevalere sopra ogni cosa.
Nonostante la malattia avesse segnato il suo corpo, ma non certo la sua anima, averlo visto sul balcone affacciato a piazza San Pietro alcune ore prima e, con la semplicità di sempre, augurare a tutti la Buona Pasqua, nulla faceva presagire una morte così improvvisa!
Forse, come tanti di voi, mi sento più sola da oggi in poi: ho perso, abbiamo perso, un uomo speciale, che ha vissuto nell’amore di Dio e per amore di Dio, che ha saputo trasmettere con magistrale umiltà e semplicità, arrivando a toccare il cuore di ognuno.
In queste ore di notizie che si rincorrono sui media, si è ripetutamente sottolineato come Bergoglio sia stato il papa della Misericordia.
Come dimenticare la sua visita a sorpresa in quel 25 maggio 2018 presso la sede centrale del nostro istituto: era un venerdì della Misericordia!!
Il papa scelse una scuola dell’ estrema periferia di Roma, una scuola laica: la nostra scuola!
Una visita inaspettata! Si raccomandò di non dire nulla alla sottoscritta ( così mi spiegò Monsignor Fisichella che accompagnò Sua Santità in quel pomeriggio) perché amava scrutare i volti delle persone incredule al suo arrivo.
Ricordo vividamente ogni momento di quel pomeriggio splendido: il cuore che sentivo in gola, le gambe che tremavano e la simpatia di papa Francesco che, dopo un saluto simpatico e tra sorrisi, si è fatto largo tra la folla, incredula all’interno dell’edificio scolastico; taluni pensarono che fosse uno scherzo o un personaggio dello spettacolo che era appena iniziato.
La testimonianza del caro papa la riporto nelle sue parole pronunciate in quello storico pomeriggio:
La scuola è luogo di INCONTRO, CRESCITA e FORMAZIONE”. Ci esortò a ripetere queste parole per ben tre volte e quelle parole le urlammo a gran voce.
Queste parole non mi hanno mai abbandonato in questi anni di dirigenza scolastica, anche nei momenti più oscuri e di grande solitudine, perché la scuola è la prima palestra di vita dove gli alunni, che ci vengono affidati, si incontrano, si formano e crescono.
Anche gli alunni più ostili che sfidano la nostra pazienza, sono un dono di Dio che dobbiamo saper accogliere con amore misericordioso.
Vi è un messaggio che vorrei riportare qui, che papa Francesco, in un’altra occasione, rivolse ai docenti:
Vi chiedo di amare di più gli studenti “difficili”, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizione di disagio, i disabili, gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola. E ce ne sono di quelli che fanno perdere la pazienza. Gesù direbbe: “Se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete?”
Qualsiasi insegnante si trova bene con questi studenti.
In una società che fatica a trovare punti di riferimento, è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo. Essa può esserlo o diventarlo se al suo interno ci sono insegnanti capaci di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura, senza ridurre tutto alla sola trasmissione di conoscenze tecniche, ma puntando a costruire una relazione educativa con ciascun studente, che deve sentirsi accolto ed amato per quello che è, con tutti i suoi limiti e le sue potenzialità.
Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer, per capire come si ama, quali sono i valori e quali le abitudini che creano armonia nella società ci vuole un buon insegnante!”
Grazie Santo Padre!
Grazie per la tua testimonianza di fede e per questi dodici anni di passi fatti insieme.
Veglia ancora sui nostri passi da lassù.
Claudia GENTILI